Questo articolo nasce da una riflessione e da un’esperienza vissuta personalmente nei mesi a cavallo tra aprile di quest’anno e metà settembre, periodo in cui – con tutta la mia volontà, nel senso puro e letterale del termine – ho voluto fare una serie di esperienze che mi hanno permesso di capire più da vicino la realtà lavorativa del mio paese, la Puglia. anzi, più precisamente Gallipoli, mia terra natale e meta turistica pugliese per eccellenza. A scanso di interviste – che moralmente devo e vorrò fare – quest’esperienza mi ha permesso di pormi delle domande ben precise. Che ruolo ha la Puglia all’interno del cambiamento sociale in atto? Quali riferimenti prendere in considerazione nel contesto lavorativo e giovanile? Queste sono tematiche che toccano le mie corde sensibili e credo, come le mie, toccherebbero quelle di qualsiasi altro essere umano sulla terra, perché non esiste generazione se quella presente non riesce a percepire quali sono stati i problemi passati e quali saranno quelli futuri, con uno sguardo ben lucido sul presente.
Senza giri di parole, la Puglia è una terra bellissima: dalle antiche masserie rivalutate, agli antichi castelli che oggi viaggiano da un social media all’altro, fino ad arrivare all’immenso patrimonio artistico ed architettonico che oggi riesce ad essere riconsiderato a suon di Fashion Blogger. Ma cos’è che ancora manca? In poche parole, qual è l’elemento che più di tutti non permette uno slancio definitivo? Sono molti i problemi che attanagliano questa terra, come sono molti i problemi che ormai da tre anni sono in atto nel contesto globale. Elencarli tutti quanti sarebbe lungo e complesso e toccherebbe temi che probabilmente sono sconosciuti ai più, ma sono abbastanza visibili per essere valutati e associati a questa terra che, oltre ad esserne coinvolta, ne è ancora più assorbita a causa di problematiche di fondo preesistenti. La mia valutazione, però, tocca un punto ben definito: Come possiamo rilanciare il paese se il contesto lavorativo è rimasto quello di trenta se non forse quarant’anni fa? La mia osservazione mira ad una prospettiva particolare che è quella principalmente delle realtà turistiche; con contratti precari – spesso e volentieri a nero per molti mesi e altri contratti che spesso non rispecchiano la realtà – la Puglia è stata ancora una volta sotto scacco della politica locale e nazionale. Qualcuno giustificherebbe questa constatazione affermando che le mafie locali e le politiche non aiutano, che i rincari delle bollette e delle materie prime sono ormai fin troppo incalzanti e che ormai l’Europa è un continente finito, stritolato nella morsa delle superpotenze. Eppure una soluzione c’è, ci dev’essere ed ha a che fare con la trasparenza: cosa succederebbe se gli imprenditori facessero un tutt’uno con la politica? Cosa succederebbe se al posto del sistema mangia – soldi ci fosse un piano ben strutturato che permettesse di costruire logistica e infrastrutture per un sistema più competente? La risposta ci sarebbe già e l’hanno palesemente data i partiti politici – e più precisamente i big – delle recenti elezioni e lo sguardo che hanno rivolto al Sud: più organizzazione, più infrastrutture e fondi PNRR alla mano per risolvere tutti i drammi con un colpo di spugna. Cosa succederebbe, però, se i 2.8 miliardi complessivi non dovrebbero essere approvati oppure non dovrebbero arrivare a destinazione? Cosa succederebbe se ancora una volta la classe politica dovesse deludere le aspettative? Qui non si parla di rivolgere lo sguardo a chi un posto di lavoro sicuro potrebbe avercelo già o di chi può permettersi di mandare i figli a studiare e lavorare presso infrastrutture super organizzate e innovative. Io parlo in nome dei tanti che tutto ciò non se lo può permettere e viene naturale chiedersi: resteranno nella morsa del sistema con dinamiche contrattuali imbarazzanti o fuggiranno via – oltre ai ventimila già andati – per non rischiare di rimanere vittime di un contesto malato? C’è da riflettere su tutto ciò. Era questo il mio intento, anche se queste cose sommariamente la maggior parte delle persone lo sa. E sa anche che la Puglia è bellissima ed è piena di risorse.
Questa era solo una riflessione che desidererebbe aprire un dibattito e un confronto. Si spera prima o poi che succederà.
Giulia Greco