Il primo giorno di aprile del 1976, a Cupertino, Steve Jobs, Steve Wozniak e Ronald Wayne fondavano la Apple. Una mossa decisa in particolare dai primi due, i quali avevano inventato un computer il quale era però stato bocciato dall’azienda per la quale lavoravano.
Una decisione improvvida cui Jobs e Wozniak reagirono fondando la società che assunse proprio il nome del dispositivo bocciato. E la quale, oggi, è una delle più importanti a livello globale.
Gli inizi dell’epopea
Una vera e propria epopea, quella di Apple, iniziata nel garage della famiglia Jobs, cui la neonata società dovette far ricorso al fine di assemblare il computer e poter commercializzarlo. Idea alla quale, però, decise di non partecipare Wayne, il quale di fronte alla richiesta di immettere 250mila dollari nell’azienda per finanziarne lo sviluppo, decise di mollare.
Al suo posto arrivò Mike Markkula, il quale non ebbe eccessive remore nell’esporsi economicamente in un progetto il quale può essere considerato come il pioniere del personal computer.
Da Lisa al Macintosh
Un altro passo fondamentale di questa storia è rappresentato dall’arrivo del Macintosh la cui ideazione deriva da una precisa valutazione di Steve Jobs, che intuì che il computer del futuro sarebbe stato di dimensioni contenute e alla portata di tutti, o quasi.
Il primo esemplare in tal senso fu Lisa, che però costava ancora un’enormità, circa 10mila dollari, un livello il quale era praticamente inaccessibile alla stragrande maggioranza dei consumatori. Il suo fallimento aprì la strada proprio al Mac, considerato una sua versione economica.
Era il 1984, quando il nuovo personal computer fu lanciato con una campagna pubblicitaria nel corso dell’annuale Super Bowl, ovvero la finale del campionato NFL, uno dei maggiori eventi statunitensi messo in vendita a 2500 dollari garantì un successo planetario all’azienda.
L’addio e il ritorno di Steve Jobs
Non è un caso che Apple sia identificata con Steve Jobs. Alla base di questa valutazione ci sono dei fatti ben precisi, a partire dal suo addio all’azienda che aveva fondato, deciso nel 1985, al termine di un periodo di dissapori i quali avevano portato al suo pratico esautoramento.
Jobs reagì sbattendo la porta e creando Next Computer, mentre Apple sprofondava in una crisi senza via d’uscita durata ben undici anni, nel corso dei quali l’azienda non varò alcun progetto, e terminata solo con il ritorno in grande stile di Jobs. Il quale guidò i processi creativi culminati in iMac, iPod, iPhone e iPad.
Ovvero quelli che hanno consegnato a Apple un successo sempre più vasto e i quali gli hanno consentito anche di reagire alla morte del suo fondatore, avvenuta nel 2011. Due mesi dopo l’affidamento del ruolo di CEO a Tim Cook, l’uomo al quale è stato delegato il gravoso compito di sostituire quello che è ormai additato dall’opinione pubblica alla stregua di un vero e proprio visionario. Compito portato avanti in modo impeccabile se è vero che ad agosto 2018 Apple entra nella storia come prima società al mondo a raggiungere i 1.000 miliardi di capitalizzazione, superando Microsoft. Ed oggi le azioni Apple sono tra le più richieste sul mercato borsistico.