Molti pensano alla Basilicata come una regione povera e isolata del Sud Italia, molti non sanno che da acqua a quasi tutto il sud con i suoi fiumi e le falde acquifere, come quelle del Vulture dove ci sono più di una decine di aziende di acque minerali.
La basilicata e il suo territorio
Per non parlare del petrolio lucano in val d’agri dove viene estratto più dell’80% di tutto quello prodotto in Italia
La Basilicata, con i suoi 575mila abitanti, estrae ogni giorno 85mila barili, con tutte le conseguenze che questo comporta: lavoro, investimenti, ma anche ricchezza per pochi e danni ambientali e salutari sottovalutati e non presi incosniderazione dai media nazionali.
In questi ultimi anni la regione sembra essersi presa spazi d’attenzione che prima non le erano riservati, grazie all’idea cinematografica di un coast to coast ma anche per via di inchieste d’approfondimento, indagini e documentari che cercano di approfondire fino a che punto la ricchezza di quel sottosuolo ha creato danni agli abitanti della regione.
Anche grazie ai riflettori che si sono accesi questo anno per quanto riguarda, Matera per il suo centro storico i Sassi, in cui sono stati realizzati film internazionali, come il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, e the Passion di Mel Gibson, e per tutto il 2019 è diventata capitale della cultura Europea 2019, col oltre 300 eventi culturali durante tutto l’anno.
E se i due mari (Ionio e Tirreno) potrebbero sembrare il fattore attrattivo principale della zona, insieme all’incredibile Matera, in realtà la vera sorpresa la regala l’entroterra, che spazia dalle Dolomiti lucane al Parco del Pollino, passando per laghi e zone semi deserte.

VIAGGIO PER LA BASILICATA
- In che periodo Agosto
- Per quanto tempo 7 giorni
- Con che mezzo Auto (diesel, 2 persone)
- TENDA IN CAMPEGGIO
- Budget totale 300 euro a persona (tutto compreso)
- Giusto se
- avete un budget basso
- amate i viaggi in auto e la natura ruvida e inconsueta
TAPPE DELL’ITINERARIO
[Giorno 1 | Trasferimento Roma – Basilicata]
Giorno 2 | Litorale Ionico: Metaponto, Scansano Ionico, Policoro [Base Bernalda]
Giorno 3 | Craco, Dolomiti Lucane, Pietrapertosa, Matera [Base Bernalda]
Giorno 4 | Trasferimento Bernalda – Maratea
Tappa: Parco Nazionale del Pollino
Giorno 5 | Maratea
Giorno 6 | Parco Nazionale dell’Appennino Lucano
[Giorno 7 | Trasferimento Basilicata – Roma]
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Arrivare in Basilicata
Per arrivare nella parte più orientale della regione, con l’auto si può percorrere la SS96 da bari per matera + la SS655 arrivando a bernalda.
Le strade sono veramente ben tenute e per nulla trafficate, come invece ci si aspetterebbe nel sud Italia ad agosto.
Si viaggia bene, costeggiando il confine con la Puglia, circondati da gigantesche pale eoliche.
Per la visitare la parte orientale della regione una base utile può essere Bernalda (o le zone circostanti): posizionata qualche chilometro nell’entroterra rispetto al Lido di Metaponto, è in posizione comoda anche per visitare Matera (dove dormire può risultare piuttosto costoso).
Noi abbiamo piantato la tenda nello spazio che l’ Agriturimo teo riserva al campeggio: ben segnalato lungo la strada, si raggiunge percorrendo una strada all’apparenza piuttosto isolata (ma bisognerà farci l’abitudine da queste parti).
Con un comodo parcheggio, piscina e ristorante, l’agriturismo è piuttosto semplice.
Ha a disposizione delle camere, oltre ad uno spazio per tende.
Gli spazi comuni sono essenziali, ma ha il vantaggio di essere estremamente “naturale” (anche se il rumore del traffico di una strada a scorrimento veloce riesce ad arrivare).

– 2 –
Litorale Ionico: Metaponto, Scansano Ionico, Policoro
La parte della costa del Mar Ionio, rispetto alla media delle coste mediterranee, non colpisce particolarmente, né per il mare (pulito sicuramente, e comunque piacevole, ma in alcun modo indimenticabile), né purtroppo per le cittadine sulla costa poche ed isolate.
La zona rischia di subire la vicinanza con la Puglia, da cui è distante solo pochi chilometri; e sicuramente ha bisogno di un po’ di tempo in più rispetto ad una sola giornata di mare per farsi conoscere e apprezzare.
Metaponto offre però un parco archeologico che può rappresentare una buona alternativa.
– 3 –
Craco, Dolomiti Lucane e Pietrapertosa, Matera
L’entroterra è la vera ricchezza di questa zona della Basilicata.
È ciò che del viaggio rimane negli occhi, che sembra raccontare meglio questa terra.
Un paesaggio che dal mare attraversa deserti quasi lunari (i calanchi di Aliano) e campagne bruciate, fino ad arrivare a rocce e picchi montuosi.
Partendo da Bernalda (o dalle zone vicine), si può organizzare in giornata un giro che permetta di visitare la città fantasma di Craco, le montagne delle Dolomiti lucane e infine riservare qualche ora a Matera.
Ma mentre inseguite queste tappe, non dimenticatevi di godere dei panorami che incontrerete lungo la via.
Non temete di perdervi e di andare a scoprire, ma fatelo solo dopo aver fatto il pieno di benzina le strade dono molto tortuose e il consumo di benzina si fa sentire!
Nell’entroterra infatti per chilometri e chilometri rischiate di non incontrare quasi nulla, e soprattutto pochissimi distributori, soprattutto nelle zone meno turistiche.
Craco il borgo fantasma

Città fantasma che si alza al centro di una valle di calanchi e ulivi, Craco è stata abitata fin dall’antichità.
Poi nel 1963, a causa di una frana (provocata probabilmente da interventi strutturali), fu completamente evacuata.
Da allora Craco è una delle poche città fantasma d’Italia, sospesa in un’atmosfera surreale, di cui si gode anche arrivando lungo la strada e osservandola dalla lontano. Infatti è vietato entrare da soli nella cittadina: si può solo prenotare una visita guidata (qui il sito del comune con le info) oppure godere dello spettacolo sostando sulla strada.
Il panorama è così suggestivo da aver ispirato da sempre moltissimi film, da Cristo si è fermato a Eboli di Francesco Rosi, a La passione di Cristo di Mel Gibson, fino al più recente 007 – Quantum of Solace.
Nonostante la “fama” i turisti che arrivano fin qui non sono molti,
e se sarete fortunati potrete godervi il panorama nel silenzio e nella
solitudine totale.
Le Dolomiti lucane e Pietrapertosa
Da Craco, si può proseguire in direzione delle Dolomiti lucane attraversando strade large e deserte, facendo tappa in uno dei due paesini incastonati tra le rocce: Castelmezzano e Pietrapertosa.
Pietrapertosa è il primo che si incontra sulla strada venendo da sud: si può parcheggiare fuori dal paese e poi passeggiare fra i vicoli fino a raggiungere una lunga scalinata in salita che conduce all’antico castello e a una delle due basi per il famoso Volo dell’angelo (un lancio nel vuoto che attira moltissime persone).


I Sassi di Matera
I Sassi di Matera sono indubbiamente unici.
Entrando in città, si incontra prima la zona “nuova”, ricostruita dopo lo sfollamento dei Sassi.
Una città all’apparenza “normale”, della quale ci si domanda l’unicità.
Ma basta seguire le indicazioni o accodarsi al flusso di auto e persone
che ogni giorno arrivano a migliaia per ritrovarsi, dopo qualche svolta
tra i vicoli, sulla cima di una scarpata bianca.
Non temete di perdere la suggestione di quel momento a causa
dell’affollamento turistico. La zona è tanto grande e ha tante strade e
vicoli che riuscirete a godervela anche nei periodi di maggior
affollamento (se escludiamo le piazze e le chiese più note, prese
d’assalto ma comunque imperdibili).
Perdetevi. Girate, salite le scale, scendete tra i vicoli, senza meta.
E fermatevi a guardare la città lì dove riuscite a godere della sua straordinaria posizione ad anfiteatro.
Quell’immagine è la sua ricchezza, soprattutto se osservandola provate a immaginare come doveva apparire quando quei tetti erano veri e propri orti e giardini, irrigati da un complesso sistema di cisterne e vasi comunicanti.
Mappa dal sito isassidimatera.com
I vicinati, costituiti da un insieme di abitazioni che affacciano su uno stesso spiazzo, spesso con il pozzo al centro, erano il modello della vita sociale, della solidarietà e della collaborazione dei Sassi. Il pozzo comune dove si lavavano i panni, il forno dove si impastava il pane facevano del vicinato la cellula fondamentale dell’organizzazione comunitaria. Nelle case, la luce arriva dall’alto come in una casbah nordafricana, e la temperatura è costante a 15 gradi, con la massa termica del tufo marino che funziona da climatizzatore. Se i raggi del sole d’estate, perpendicolari e roventi, rimangono fuori, d’inverno, obliqui, scivolano sul fondo delle grotte. Questo degradare e sovrapporsi di case e casette, è solo apparentemente caotico, perché poi risulta costruito con molti accorgimenti. Ma la discesa nei Sassi è una sorpresa continua. Tra viottoli e gradini si arriva in formidabili complessi monastici scavati nella roccia, Cenobi benedettini e laure bizantine, in cui le celle di monaci si stringono intorno a una chiesa sotterranea. (Wikipedia)

Poi continuate a guardarla, e provate a immaginarla senza più giardini e terrazze, al collasso, con circa 15mila abitanti che vivono in spazi angusti, senza fognature, con le cisterne trasformate in monolocali nei quali convivevano animali e persone, in precarie condizioni di igiene. È così che la trova e la descrive Carlo Levi, quando arriva qui nel 1935 durante il suo confino.


Anche in conseguenza del racconto di Levi, Matera diventerà simbolo dell’arretratezza e del sottosviluppo del sud Italia; una questione nazionale, affrontata poi sia da Togliatti che da De Gasperi a partire dal 1948, dopo la fine della guerra. Vengono cotruiti nuovo quartieri residenziali e i Sassi diventano inagibili. Resteranno abbandonati per 30 anni.
Poi una legge del 1986 ne finanziò il recupero, che li portò a essere dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Nel 2019 Matera è Capitale europea della cultura.
Tratteggiare la Storia di Matera è necessario a chiunque voglia raccontarla, perché tutti questi strati sovrapposti, questa Storia che si accumula, la floridità e lo sfacelo, l’abbandono e poi il recupero, costituiscono la sua straordinaria bellezza. Mentre si osservano queste piccole celle bianche scavate nella roccia, di ognuna delle quali non si distingue l’inizio e la fine, a colpire più di tutto è l’imprescindibilità del suo vissuto.
Qui non ci sono case sparse, tutto è connesso e intrecciato. Città soffiata dall’interno, città scultura in cui volumi di spazio e di terra si alternano e si equilibrano mirabilmente. Natura e architettura, più natura che architettura, città un tempo più abitata che costruita. Architettura scavata, costruzioni fondate sul levare piuttosto che sull’aggiungere. Intimamente poetiche, dunque. Le case sono fiori di pietra. Case piccole come cellette d’api. Cristalli di tufo. (Franco Arminio, Geografia commossa dell’Italia interna, Bruno Mondadori – 2013)
Se riuscite, rimanete fino al tramonto a godervi lo spettacolo della città che si illumina, con l’auto andate sul belvedere del Monte Timone per assaporare un panorama unico al tramonto con ampia vista dell centro storico di Matera.
– 4 –
Coast to coast: il Parco del Pollino
Nel famoso coast to coast dallo Ionio al Tirreno la giornata di trasferimento può essere spesa nel Parco Nazionale del Pollino, l’area protetta più estesa d’Italia.
Se siete amanti del trekking o avete voglia di trascorrere qualche giornata in montagna, potete anche decidere di fare una sosta per dormire e approfittare dei tanti sentieri per trekking che si snodano nel Parco.
Se invece avete come obiettivo solo il trasferimento da una costa all’altra, scegliete tra i diversi itinerari da percorrere in macchina, facendo tappa in qualche paesino e tra la natura.
È sicuramente un tragitto lungo, che porta via tutta la giornata, ma che permette di scoprire una montagna inconsueta, che cambia e si modifica a seconda dell’altitudine.
E per addentrarsi tra i due parchi nazionale si percorre la Sinnica che costeggia la Val Sinni, coi i suoi monti le sue vallate e i suoi borghi tra colline e montagne.
Alla fine, una rapida discesa tra le gole, verso il mare, vi porterà sulla costa di Maratea.


– 5 –
Maratea
Il piccolo tratto di costa intorno alla cittadina di Maratea è la parte di Basilicata che si affaccia sul Tirreno.
20 chilometri di strada stretta tra Campania e Calabria.
Una Basilicata completamente differente da quella affacciata sul Mar Ionio: affollata, e con la costa a strapiombo su un mare blu intenso.
Una strada serpeggia lungo la costa alta che da un lato scende fino
al mare, mentre dall’altro sale formando un monte (Monte San Biagio),
dentro il quale è incastonata la cittadina di Maratea.
Lungo la strada ogni tanto sono indicate le discese verso tipiche calette mediterranee.
Bisogna lasciare la macchina lungo la strada, dove però non sono
contemplati molti parcheggi (se non si è ospiti di una delle strutture
nascoste tra i cespugli, con accesso diretto al mare e spiaggia
riservata).
Ma se vi armate di pazienza e vi arrendete all’idea di scendere lunghe gradinate, potrete godere di un mare molto bello.
Tra le spiagge più frequentate, c’è la famosa spiaggia nera (dettaglio in mappa in alto ↑) che ha sia una parte attrezzata che una parte di spiaggia libera.
Per salire al vero e proprio paesino di Maratea bisognerà riprendere la macchina e percorrere qualche chilometro verso l’interno. La cittadina è turistica, e d’estate sicuramente superfrequentata, ma l’atmosfera è molto piacevole, e una passeggiata (magari serale o al tramonto) vale la pena. Percorretela in lungo e in largo, camminando tra i vicoli e cercando qualche punto panoramico da cui godere la splendida vista sul mare ohh fermrvi in una delle spiaggette nascoste tra le rocce a picco sul mare.
In tutta la vostra giornata a Maratea, non potrete non notare l’enorme statua bianca del Cristo Redentore che si erge sulla cima del Monte San Biagio. Eretta nel 1965, è alta 21 metri ed è a seconda più grande del mondo (dopo quella di Rio, ovviamente). In ogni caso anche la strada per arrivare permette di godere si un bel panorama sulla costa. Qui qualche info in più.
Ci sono tante possibilità di alloggio a Maratea e nei suoi dintorni.
Noi abbiamo piantato la tenda al Villaggio Camping Maratea, un campeggio abbastanza grande che si trova qualche chilometro a sud della cittadina.
Il campeggio somiglia quasi ad un piccolo villaggio, con animazione e molte attività per i bambini, ma è pulito, ben organizzato e ha una spiaggia a cui si accede direttamente, fiancheggiata dalla foce del freddo fiume Noce, che scende dalla montagna e segna il confine naturale tra Basilicata e Calabria. Ha ovviamente un parcheggio riservato e un piccolo minimarket (da usare solo per le emergenze però, perché un po’ caro. Sulla strada per il vicino paese di Castrocucco c’è un supermercato). Piccola segnalazione: il check in è possibile solo dopo una certa ora, vi conviene eventualmente informarvi così da non rimanere troppo in attesa della vostra piazzola.




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Parco Nazionale dell’Appennino Lucano
Se dopo qualche giorno a Maratea avete voglia di staccare un po’ la spina dalla sabbia e dalla folla, un’ottima alternativa la offre. Parco Nazionale dell’Appennino Lucano: il paesaggio si trasforma appena lasciata la costa e ci si ritrova immersi in gole verdi e paesini sparsi.
A soli 30 chilometri da Maratea una delle prime tappe che si incontrano è il manssiccio del monte Sirino, un massiccio che arriva 2000 m .
Proseguendo, ci si può spingere verso al centro del parco, fino alla stazione sciistica del Monte Sirino, con una funivia che ti porta in cima e si ha un panorama di tutto il teritorio, dove il piccolo Lago Laudemio circondati da faggi d’estate ospita pascoli di montagna.
Prima di arrivare in cima, se volete fare una sosta culinaria, lungo la strada c’è il rifugio del Cavaliere
