Apertura: 09.00-19.00, martedì 14.00-19.00
Chiusura: martedì mattina, Natale, Capodanno
Prezzo biglietti: intero € 2,50 – ridotto € 1,25, 18-25 anni ridotto, fino ai 18 e dai 65 anni ingresso gratuito
Note: è possibile visitare il Parco Archeologico gratuitamente
Sito Web: Museo Nazionale della Siritide
Tipologia: Archeologici
Questo Museo propone un excursus storico-archeologico sull’area della Basilicata sudorientale. Vi si trovano reperti che vanno dal neolitico all’età romana.
Molto importante e ben documentata è la sezione sul periodo di dominazione greca. Questa zona venne infatti colonizzata dai greci attraverso la fondazione di insediamenti, dei quali i più importanti furono Siris ed Heraclea. Proprio dal nome della prima di esse, deriva il toponimo del territorio di riferimento e di conseguenza del Museo.
Il Museo venne fondato nel 1969, all’interno di un parco archeologico.
Il percorso espositivo si articola all’interno di cinque sezioni, che vanno dal neolitico alla romanizzazione della colonia greca di Heraclea. La prima parte è dedicata al periodo preistorico: essa contiene vasellame dipinto a fasce rosse del periodo VI-III millennio a.C., rinvenuto nelle grotte di Latronico. Dell’età del Bronzo sono esposti corredi funerari, che testimoniano legami con la cultura micenea, databili attorno al 1300 a.c.
La seconda sezione illustra la fondazione di Siris, nel VII secolo a.C., mentre la terza è caratterizzata dall’analisi della fondazione dell’altra importante colonia greca, sorta sulle ceneri di Siris, distrutta nel VI secolo a.c.: Heraclea.
Tutta la vita di questa comunità dal suo insediamento nel 432 a.C. alla sua romanizzazione, è esaminata nel percorso espositivo, attraverso reperti delle necropoli, armi, vasellame, monili, gioielli, monete, lapidi, statue. Tra i reperti, particolarmente significativi sono i magnifici vasi funerari a figure rosse, del Pittore di Policoro.
L’ultima sezione è dedicata alle culture locali: enotri, fino al VI secolo a.C. e lucani, dal V secolo a.C. Per gli enotri, genti indigene, abbiamo di nuovo reperti funerari, gioielli, fibule, armi e vasi, tra i quali un bucchero, che evidenzia i rapporti con l’etnia etrusca.
I lucani invece, fortemente ellenizzati, hanno lasciato oggetti di matrice culturale ellenica: statue di divinità, vasi a figure rosse, piccole anfore dipinte.
Orari: 9-20. Chiuso il martedì. Ingresso a pagamento.