Andando in Basilicata è impossibile non scorgere l’imponente Monte Vulture, meglio conosciuto come Monticchio. Vulcano spento da oltre 130 mila anni, dall’alto dei suoi 1326 metri, nelle giornate di cielo limpido, permette di scorgere il mare e le cime del Gargano.
Di Chiara Marra – https://www.flickr.com/photos/chiaramarra/1096751110/, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=5090637
Il Vulture
La zona del Vulture è situata nella parte nord-est della regione Basilicata (Lucania) e comprende i comuni di Atella, Barile, Ginestra, Melfi, Rapolla, Ripacandida, Rionero in Vulture, Maschito, Venosa, Ruvo del Monte, Rapolla e San Fele.
Il nome Vultur (in latino, avvoltoio) ricorda l’antica natura selvaggia di questa montagna, prediletta dall’imperatore Federico II di Svevia per i suoi studi naturalistici.
La natura
Il bosco del Volture è costituito da faggi, lecci, cerri, castagni, abeti, pini, olmi, noci, frammisti ad ontani, aceri e pioppi che fanno del Vulture un vero e proprio polmone verde.
Nelle bocche crateriche del vulcano ci sono due laghi, incorniciati dagli alberi, di forma diversa e comunicanti tra loro attraverso un canale sotterraneo, in uno dei due laghi, nel Lago Grande è possibile ammirare la Nimphaea alba, ninfea dai bianchi fiori, importante risorsa per l’ecosistema lacustre.
Nel 1971 nasce anche la Riserva Naturale delle Grotticelle, estesa 209 ettari, è la prima area protetta istituita in Europa per tutelare una farfalla, ovvero la Acanthobrahmaea europaea, una farfalla notturna, di cui nel 1963 lo studioso Federico Hartig, scoprì sul Vulture un vero e proprio fossile vivente, specie rara e nuova per la scienza.
Nel 1984 è stata istituita la Riserva Naturale a tutela del Lago Piccolo e parte della foresta.Nei laghi tra le diverse specie ittiche c’è la Carpa, la Trota, il Triotto ed un tempo l’Alborella Vulturina.
Il Vulture, ricco di numerose varietà di specie floristiche tra cui la Primula, il Bucaneve, l’Anemone appennina, il Narciso, è l’ habitat favorevole per tante specie animali tra cui
- il Nibbio
- lo Sparviero
- il Barbagianni
- il Gufo
- la Volpe
- il Cinghiale
- la Faina
- la Donnola
- la Lontra.
Coltivazione tipica
Il terreno lavico di questa catena montuosa oltre a essere ricco di acque minerali permette anche la coltivazione di eccellenti uve ed olive. Il più famoso vino DOC della Basilicata è l’Aglianico del Vulture.
Cosa visitare
Tra i posti da visitare, ci sono i due Laghi di Monticchio, all’interno del vulcano spento ed i due castelli di Federico II di Svevia a Lagopesole e Melfi (Turismo).
Si possono trovare anche i resti dell’Abbazia di S. Ippolito, costruita tra l’XI e il XII secolo dai Basiliani, distrutta dal terremoto del 1456. E intorno al Lago Piccolo, alzando lo sguardo, appare imponente e sospeso su un costone di roccia, un edificio bianco, è l’Abbazia di S. Michele Arcangelo, fondata dai Benedettini nel X secolo, sorta accanto alle grotte, scavate dai monaci di San Basilio intorno all’anno mille, ornate da affreschi bizantini.
L’ Abbazia di S. Michele Arcangelo è possibile visitarla dove si può visionare la grotta dell’Angelo, dedicata a S. Michele, adornata da affreschi bizantini dell’ XI secolo.
Continuando la visita nell’Abbazia si può visitare il Museo di Storia Naturale del Vulture e ammirare la flora e la fauna con mostre e laboratori dedicati anche alle attività con le scolaresche.
Infine sul Lago Piccolo è possibile fare una gita a pedalò terminata la visita al museo o ancora per escursionisti o esperti di trekking è possibile addentrarsi lungo gli impervi e ripidi “Sentieri dei briganti” percorsi nell’ottocento dalle bande di Carmine Crocco.
Insomma uno spettacolo indimenticabile nella natura e non solo, non dimenticate di degustare in uno dei tipici ristoranti del luogo uno dei piatti tipici lucani.