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Matera ha ricevuto nel 1993 il titolo Patrimonio UNESCO nel 1993, non solo per il panorama unico e le case a metà tra grotte e riadattamenti urbano, ma anche e soprattutto per il sofisticato, intricato e ingegnoso sistema di raccolta della acque piovane e risorgive nei dintorni Tramite visite visite guidate nel complesso del museo dell’acqua della chiesa antica del Purgatorio nel Sasso caveoso potrete ammirare come le civiltà che nei secoli si sono succedute nel centro storico dei Sassi. Siano riusciti a sfruttare al meglio le cisterne e l’acquedotto sotterraneo per l’approvigionamento idrico della popolazione della città.
I SASSI DI MATERA
Matera rappresenta uno dei più antichi centri abitati più antichi al mondo, al pari di città come Gerico in Israele e Damasco in Siria le citta più antiche al mondo, abitate sin dal Neolitico deve la sua esistenza su di un ingegnosoo sistema di Raccolta delle Acque.
Questa cultura ha permesso a un territorio scarso di precipitazioni un ottimizzazione delle poche risorse presenti sul territorio,si sono evolute di numerose civiltà nei secoli, ognuna migliorando quello che era presistente nei secoli, ma la sopravvivenza è sempre stata garantita da quell’intricato sistema di canali, cisterne e palombari che costituiscono il sistema di Raccolta delle Acque.


I sistemi di raccolta delle acque fondano l’esistenza della civiltà dell’agro di Matera dai tempi del Neolitico fino ai nostri giorni. Questa peculiarità è la caratteristica unica per il riconoscimento avvenuto nel 1993 come patrimonio mondiale UNESCO. i Sassi sono un agglomerato urbano di abitazioni scavate nella tenera calcarenite, strutturata a terrazzamenti, la vitale esigenza di raccogliere e conservare l’acqua, unita all’ingegno umano, ha portato gli abitanti di questi luoghi a scavare cisterne, collegate con il sistema di vasi comunicanti, che rifornisse e colmasse di acqua le suddette poste nel sottosuolo cittadino.
Restauro del Museo
Nel 1999 in via Purgatorio vecchio n. 12, a seguito di un primo restauro di quella che si scoprì essere la casa natale di San Giovanni da Matera, vengono scoperte una serie di cisterne e canali di adduzione dell’acqua. Successivamente uno studio più attento dei reperti ritrovati confermerà il valore eccezionale della scoperta archeologica nella città di Matera.



Purgatorio Vecchio dedicato a San Giovanni da Matera nel Sasso Caveoso, dopo accurati lavori di restauro, lascia bene intendere l’opera di un’ingegneria idraulica naturale. In generale quando si parla di acqua ci si riferisce a quella piovana, ma in questo caso l’acqua è anche sorgiva, proveniente dalla fonte presente ai piedi del Castello Tramontano.
Costruzione dell’Acquedotto Materano
Mons. Antonio Di Macco, arcivescovo di Matera dal 1835 al 1854, di origine toscana, nato a Livorno nel 1785, concretizzò la sua carità paterna in opere di pubblica e duratura utilità. Nel “sasso caveoso” fece costruire a sue spese una profonda cisterna (Palombaro), derivandone le acque dalla contrada La Nera (zona castello), attraverso una lunga e tecnicamente perfetta canalizzazione, riuscendo a dissetare il popolo di questa zona del Sasso fino all’abbandono nel primo dopoguerra.
Nel complesso del Purgatorio vecchio, si può ammirare la parte terminale di questo lungo acquedotto posto all’interno della casa natale di San Giovanni da Matera. A destra della cisterna dal la forma a campana, profonda m 5,50, si osserva la canalizzazione di adduzione dell’acqua, un condotto lungo m. 6,00. Nel pavimento è visibile il canale del ”troppo pieno”, utile al travaso dell’acqua in eccesso verso il “Palombaro”, ove confluivano anche le acque di altre tre cisterne utilizzate d’inverno come neviere (per la raccolta della neve) e durante l’estate come foggiali, luoghi di conserva delle derrate alimentari. |

Nel Palombaro si giunge dalla scalinata presente nella chiesa del Purgatorio vecchio. Il termine Palombaro deriva da palomba, muro di tamponamento di questa corte a pozzo che si estende su una superficie di oltre 100 mq., con profondità comprese tra i 10 e i 13 m, in grado di contenere una quantità pari a 13.000 metri cubi di acqua. La particolarità delle cisterne dei Sassi e del Palombaro è dato dal rivestimento delle pareti, intonacate a cocciopesto, costituito da cocci di terracotta pestati, utilizzati fin dall’antichità per impermeabilizzare le pareti di roccia e consentire la raccolta delle acque. Particolari sono i livelli delle acque leggibili sul cocciopesto, che rimangono a testimonianza del tempo passato. |
Il visitatore della città dei Sassi è spesso ignaro di ciò che si trova sotto i suoi piedi ecco come si presenta il Palombaro al di sotto della chiesa del Purgatorio Vecchio alla sua scoperta: | |
Nel tempo la zona di intervento è andata ampliandosi dando così maggiore unitarietà all’azione di recupero e restauro. Si sono resi così accessibili diversi ambienti, fra cui la chiesa del Purgatorio Vecchio, sorta accanto alla casa natale del Santo. Si sono individuati ulteriori elementi che insieme vanno a costituire una delle opere idriche in assoluto di maggior rilievo della città di Matera. E’ venuto così alla luce il celebre acquedotto voluto da Monsignor di Macco nel 1845. |
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