La Basilicata rende onore, oltre alla sua Via dell’Olio, anche alla via del Vino Lucano, essendo un panorama della viticoltura italiana, coi i suoi 5 mila ettari circa di superficie vitata.
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Il vitigno principe della Basilicata è senza ombra di dubbio l’Aglianico seguito da
- Montepulciano;
- Moscato;
- Malvasia;
- Asprinio lucano;
- Sangiovese;
- Primitivo;
- Cabernet sauvignon;
- Trebbiano;
- Greco.
Venosa: Aglianica
La via del Vino Lucano parte da Venosa, un comune in provincia di Potenza che si trova nel territorio del Vulture, considerata tra i borghi più belli d’Italia.Qui si tiene Aglianica, una manifestazione che si svolge nel periodo estivo nei paesi del Vulture. Spettacoli, seminari, degustazioni, laboratori del gusto, convegni ed esposizioni si susseguono per mostrare il meglio del vino aglianico (uno tra i più pregiati d’Italia), della gastronomia lucana e dei suoi sapori.
Ogni anno sommelier ed esperti del settore vinicolo vagliano e analizzano le produzioni delle aziende vinicole del territorio.
La manifestazione dedica ogni anno una sezione ai migliori vini d’Italia, che vengono presentati in appositi convegni e sono presenti anche numerosi ristoratori della regione, che presentano al pubblico i propri prodotti.
Barile
La seconda tappa della Via del Vino Lucano è a Barile, il cui nome del paese deriva probabilmente da barrale o barrelium ovvero dazi imposti anticamente sulle greggi, ma il nome Barile potrebbe anche essere un riferimento allo stemma che raffigura un barile e un grappolo d’uva, a testimonianza della produzione del vino aglianico.
Il vino viene invecchiato nelle cantine scavate nel tufo circa cinque secoli fa e oggi ancora utilizzate.
Qui si trova un patrimonio artistico costituito dalla Chiesa Madre della Madonna delle Grazie che conserva opere d’arte del XV sec., la chiesa di S. Nicola del 1780 e la Fontana dello Steccato del 1793 su cui figurano immagini aventi funzione di protezione dal malocchio.
Un’altra caratteristica tipica del paese è la via Crucis nel periodo pasquale, con le sue caratteristiche scene e i suoi costumi tipici, arricchisce il patrimonio culturale di Barile conferendogli una forte connotazione folcloristica.
Rionero in Vulture: Il vino
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La Via del Vino Lucano prosegue a Rionero in Vulture dove si può degustare l’Aglianico del Vulture, l’unico col marchio d.o.c. dal 1971.
L’Aglianico del Vulture prende il nome proprio dalla zona dove viene prodotto ovvero il monte Vulture, un antichissimo vulcano spento, che per l’origine dei suoi terreni conferisce al vino caratteristiche di gusto così rare e tanto apprezzate.
L’Aglianico del Vulture d.o.c., annoverato tra i migliori vini d’Italia e d’Europa, è prodotto da vitigni introdotti ai tempi della Magna Grecia, ed ha ricevuto anche molti riconoscimenti in campo internazionale.
Questo vino, di gradazione mai inferiore ai 12°, si presenta di colore rosso rubino o granato vivace e con l’invecchiamento presenta riflessi che tendono all’arancione.
Ha un odore vinoso gradevole, sapore asciutto e armonioso, giustamente tannico che tende al vellutato con l’invecchiamento. Viene denominato vecchio con almeno tre anni di invecchiamento, riserva se ha almeno cinque anni di invecchiamento.
A tavola si abbina bene ai piatti di carne, meglio se arrosti o selvaggina.
Roccanova: Il Grottino
Il viaggio per la Via del Vino Lucano si conclude a Roccanova degustando il Grottino. Un vino rosso delle Basilicata che acquista un particolare valore per sua ricchezza in sostanze antiossidanti che sono protettive per le malattie cardiovascolari.
Questo vino viene conservato per l’invecchiamento in cantine o meglio grotte formate da numerosi cunicoli scavati sotto il centro abitato. Oggi se ne contano 350 di queste cantine e la loro caratteristica principale è quella di mantenere costante nel tempo umidità e temperatura e quindi inalterate le caratteristiche del vino.
Il vino Grottino di Roccanova si presentacolore rosso rubino o granato vivace con un sapore possente e aroma pieno, che ne fanno uno dei vini più apprezzati del Sud Italia.
Ha una gradazione mai inferiore ai 12°, con un odore vinoso gradevole, sapore asciutto e armonioso, giustamente tannico che tende al vellutato con l’invecchiamento.
Viene denominato vecchio dopo almeno tre anni di invecchiamento e riserva dopo almeno cinque anni.
A tavola, il Grottino di Roccanova, accompagna bene i piatti di carne, meglio se arrosti o selvaggina.
Vi possiamo consigliare per questo tour di noleggiare un’auto per spostarvi a vostro piacimento da un luogo all’altro senza problemi.
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