La maggior parte delle persone crede che dopo un infarto l’attività fisica diventi off limits.Un luogo comune smentito da un recente studio presentanto durante lo scorso congresso della European society of cardiology a Monaco di Baviera: si può fare sport dopo un attacco di cuore. Anzi è consigliato, perché aumenta le probabilità di sopravvivenza rispetto ai sedentari, e contribuisce a tenere lontano il rischio di un nuovo infarto.
IL SEGRETO È NON ESAGERARE
«La ricerca, realizzata dalla Swedish school of sport and health sciences di Stoccolma e dal Centre for health and performance dell’Università di Göteborg (Svezia), ha dimostrato come aumentare o mantenere costanti i livelli di allenamento a un’intensità moderata durante l’anno successivo all’infarto, faccia
crescere fino al 50% le probabilità di sopravvivenza a 4 anni rispetto a chi non pratica attività fisica» spiega il professor Maurizio Averna, ordinario di medicina interna del Dipartimento biomedico di medicina interna e specialistica dell’Università di Palermo. «Inoltre, l’attività fisica mette al riparo da un secondo infarto poiché contribuisce a migliorare l’irrorazione sanguigna del cuore», continua Averna, che aggiunge «Per intensità moderata si intendono, per esempio, 30 minuti di camminata a passo svelto, al limite della corsetta, da eseguire 3-4 volte alla settimana».
IL TOP: L’ATTIVITÀ AEROBICA
È però estremente importante distinguere fra chi ha una storia da sportivo alle spalle e chi, invece, è sempre stato sedentario o “atleta della domenica”: «I primi devono rivedere col medico il loro piano di allenamento precedente all’attacco di cuore. Gli altri dovranno cominciare o riprendere l’attività fisica in modo graduale»,
Subito dopo un infarto il paziente segue sempre un periodo di riabilitazione,sotto controllo di cardiologo e fisiatra, che dura di solitamente un paio di mesi : «In questa fase lo sforzo fisico viene aumentato gradualmente,verificando che non ci siano sofferenze del cuore. Subito dopo si può passare allo sport vero e proprio, facendo attenzione a non arrivare al punto in cui ci si ritrova a corto di fiato. Le discipline più indicate? «Quelle aerobiche, come walking, ciclismo e corsa leggera. No invece agli sport che impongono sforzi intensi e rapidi o scatti
brevi», conclude l’esperto.