Come è noto, i mercati finanziari sono caratterizzati dall’instabilità che tende a tradursi in rischi più o meno grandi per gli investitori. Come risposta questi ultimi sono chiamati a mettere in campo strategie in grado di limitarli, per quanto possibile. Tra queste, in particolare, gli esperti consigliano la diversificazione del portafogli, concetto sentito e risentio. Di cosa si tratta precisamente?
Cos’è la diversificazione degli investimenti?
Per diversificazione del proprio portafogli di investimenti si intende la pratica consistente nell’apertura di più posizioni su una selezione di classi di asset. L’obiettivo che si prefigge questa strategia è di limitare l’esposizione a un unico tipo di rischio, in modo da dare vita ad un profilo in cui esso risulti più equilibrato. Puntando in tal modo a massimizzare i profitti e minimizzare le eventuali perdite, a lungo termine.
Per riuscire a varare una strategia di questo genere, occorre fare in modo che gli asset presenti all’interno del portafogli non abbiano una correlazione tra di loro. Di conseguenza, occorre non solo diversificare tra classi di asset, ma anche all’interno di ogni tipo di classe di asset.
Perché si ricorre alla diversificazione del portafogli di investimenti?
Quanto è accaduto nel corso della crisi generata dalla comparsa del Covid a livello globale, fa facilmente comprendere la validità della diversificazione del portafogli di investimenti. Come è ormai noto, gli asset finanziari vantano diverso grado di rischio.
In alcuni casi, si pensi ad esempio alle criptovalute o alle azioni, esso risulta molto elevato; soprattutto con riferimento al mondo del web, oggi tanto in crescita, si pensi a tutti coloro i quali decidono di investire in azioni tramite la rete. Mentre per altri, a partire dall’oro, lo stesso si attenua notevolmente. Tanto da farli definire alla stregua di beni rifugio, in quanto capaci di resistere meglio nei periodi di crisi.
Quali sono gli strumenti migliori per diversificare il portafogli?
Naturalmente esistono varie strategie in grado di condurre ad una diversificazione del portafogli di investimento. Quella cui ricorrono in molti consiste proprio nel puntare su beni rifugio come l’oro, di cui gli analisti consigliano un peso pari al 10% del totale degli asset detenuti. Il motivo di questa preferenza è da ricercare nel fatto che il metallo prezioso è un bene finito e ormai in via di esaurimento. Secondo i calcoli, agli attuali ritmi estrattivi potrebbe esaurirsi entro i prossimi 10 o 15 anni.
Altro strumento molto praticato, in particolare dai grandi fondi di investimento, è rappresentato dai bond, ovvero dalle obbligazioni emesse da aziende o Stati. Ad esempio i titoli del debito pubblico tedesco continuano ad essere molto graditi dai fondi, anche se i rendimenti sono bassissimi o addirittura inesistenti.
Anche le materie prime, rappresentano un metodo efficace di diversificazione. In questo caso, però, occorre cercare di capire bene cosa potrebbe accadere nel medio e lungo termine. Basti pensare in tal senso a quanto accaduto con il petrolio che, all’inizio della pandemia globale è addirittura finito sotto zero a causa del blocco dei trasporti.