Il Mediterraneo è il riflesso del Mezzogiorno. Oggi più che mai è una sensibilità ritrovata non solo per tematiche riguardanti le questioni ambientali – cui interesse cresce in una maniera esponenziale giorno per giorno e tocca generazioni sempre più discostate tra loro riuscendo miracolosamente ad avvicinarle ad un obiettivo comune -, ma anche per rivalutarlo da un punto di vista logistico e di rilancio. È una rimessa in discussione a tout court a cui lo scoppio della pandemia e il ritrovato ruolo strategico dei porti orientali sono per la prima volta nella storia mescolati per dare l’opportunità al Mezzogiorno di essere rivalutato a trecentosessanta gradi. Un’opportunità che si presenta su un piatto d’argento e che si spera venga colta dai miei conterranei, che vedendo un mare vittima per molti anni d’incuria e inquinamento, hanno la possibilità di riscattarsi da secoli di dimenticanza. Non mi stancherò mai di dirlo. È la più grande opportunità da quando la prima Peste Nera è imperversata su tutta l’Europa e ne ha cambiato gli schemi, dirottandone l’interesse verso il Nord. Uno specchio che darà anche adito alla mia terra e alla mia gente di riscattarsi da millenni di ingiustizie, sia fisiche sia morali. Che dire, sono fiduciosa. Per la prima volta dopo tanti anni sento che potrebbe essere la volta buona, purché ci sia veramente la consapevolezza che le opportunità che cadono dal cielo sono rare e vanno colte al volo. E questa volta senza impedimenti di varia natura, perché se c’è veramente presa di coscienza, non ci saranno ostacoli che tengano.
Se si salva il Mediterraneo si salva il Mezzogiorno
Dovrebbe essere il manifesto del Nuovo millennio, invece non è altro che la verità sottesa. Da secoli dimenticato e dismesso come un abito troppo stretto e da buttare via, oggi il Mediterraneo è tornato in auge su tutti i media e all’interno delle agende politiche. Nulla a che vedere riguardo a monete tintinnanti promesse e mai arrivate nel Mezzogiorno, ma per la prima volta nella storia, una questione etica da prendere in considerazione e valutare. Staccato dalle prospettive di rilancio e di progettazione per secoli, oggi il Mediterraneo ha tutti i presupposti per essere osservato da una visione unita, che ne comprenda la globalizzazione e lo slancio turistico che sta vivendo il Mezzogiorno da un po’ di tempo a questa parte. Una ritrovata sensibilità che si accosta flebilmente con le nuove prospettive green e con un prospetto che vede l’Italia e il Mezzogiorno abbracciati per la prima volta verso un obiettivo comune. Un obiettivo che non riguarda solo il divario tra Nord e Sud, che è stato una problematica dura da sbrogliare dal 1861 ad oggi, ma che tocca per la prima volta le corde sensibili dell’essere umano per la salvaguardia delle generazioni attuali e future. Da troppo tempo succube di surriscaldamento e inquinato da microplastiche, il Mediterraneo che si affaccia al Mezzogiorno, dovrà indossare delle vesti e delle visioni nuove che permetteranno di rimescolare le carte in tavola e tornare al concetto del primo Mare Nostrum, quello delle prime grandi civiltà che fecero ricco il Mezzogiorno. È veramente il caso di dire che dopo molto tempo è tutto strettamente connesso da un rapporto di interdipendenza che deve salvare tutti, e non solo una parte. Se si salva il Mediterraneo, si salva tutto il Mezzogiorno e tutta l’Italia. Solo a dirlo mi vengono i brividi alla schiena.
Mediterraneo e Mezzogiorno: una visione d’insieme
Avrei sempre creduto che il Mediterraneo sarebbe sempre servito a fare il bagno, dato che vedevo il mio mar Jonio sempre stracolmo d’estate. Invece, a sentire Mario Draghi in tv, credo abbia rimesso in discussione le credenze di una vita. È una visione completamente diversa quella che si è innescata nella mia coscienza, che mi ha portata a rivalutare il Mediterraneo e il Sud unitariamente. Nulla a che vedere, insomma, rispetto a quando credevo che fossero delle entità avulse l’uno dall’altra. Da secoli espropriati da una prospettiva di rilancio, oggi il Mediterraneo e il Mezzogiorno sono tornati su tutti i media, dopo che da secoli avevano allontanato i propri vettori sia dalle prospettive europee, sia dalle visioni d’insieme. Di mezzo ci sono le prerogative più rosee: il rilancio dei porti orientali, la potenza dei commerci, che stanno riprendendo quota nel Mediterraneo, e la nuova sensibilità verso tematiche green. Un rimescolamento che si canalizza finalmente verso un punto unico, non legato e ripiegato su tematiche che non hanno più motivo d’esistere, come il blocco agrario che ha attanagliato per secoli il problema del Mezzogiorno. Ma una boccata d’aria che finalmente mi farebbe esclamare che sono parte di un nucleo unico, tutto d’un pezzo. Che guarda popolo, territorio e mare tutto in una sola volta, e soprattutto insieme. Diversamente da come avrei sempre creduto.
Articolo scritto da: Giulia Greco